Giant, produttore tra i più grandi del pianeta, non si ferma mai, anche quando i suoi modelli sono già al top. Trova sempre il modo di migliorarli ed è quello che ha fatto anche con la Revolt, belva gravel.
Mondo gravel che sempre di più vive di molte sfaccettature: dalle competizioni alle avventure in bikepacking fino al semplice divertimento con gli amici. Questa evoluzione della disciplina e questa sua versatilità si rivedono poi nelle bici. E la Revolt ha fatto parte di questo cambiamento sin dall’inizio.
Versatilità nel Dna
La prima Revolt è stata introdotta più di dieci anni fa, ben prima dell’esplosione del gravel. Aveva freni a disco, pneumatici sovradimensionati e componenti specifici per le strade più sconnesse. E nuove geometrie ideate per le lunghe distanze con angoli più aperti e “comodi”. Fu una visione. Era quell’ibrido tra strada e ciclocross.
La nuova Revolt non ha perso il suo spirito pionieristico, ma ha aggiunto innovazioni tecniche, tra cui la tecnologia antivibrazioni brevettata D-Fuse, il Flip Chip sul carro posteriore e un carbonio sempre più efficiente: leggero e comodo. In più spariscono i cavi, che adesso sono totalmente interni. Ne guadagna anche la pulizia estetica.
C’è poi anche un vano integrato per il trasporto di piccoli oggetti posizionato sul tubo obliquo. Mentre sono state confermate le piccole viti su carro e tubo orizzontale per posizionare le borse, se appunto si decide di fare bikepacking.
Due materiali
La Revolt è proposta in due grandi versioni: quella in alluminio e quella in carbonio. Sono in fibra le Revolt Advanced Pro e le Revolt Advanced. Sono invece in alluminio la Revolt 1 e la Revolt 0. In tutto gli allestimenti sono otto. Si va dai più pregiati con lo SRAM Force eTap AXS a quelli più affidabili con lo Shimano Grx, entrambi sia con monocorona che con la doppia.
Tutte hanno la stessa componentistica realizzata da Giant per questo specifico modello. La tecnologia D-Fuse, è pensata per ridurre le vibrazioni. Il concetto è nelle forme dei componenti: come una D, la sezione anteriore è rotonda e quella posteriore dritta. Ritroviamo questo concetto (o tecnologia) su reggisella e manubrio.
Ma in qualche modo il concetto dello stop alle vibrazioni lo si riscontra in gran parte del telaio, concetto vitale per una gravel.
Rispetto al modello precedente il nuovo telaio Giant Revolt è più snello anche ad occhio. Per esempio foderi alti e orizzontale (nella parte che va ad innestarsi sul piantone) sono più sottili. Questo significa maggior leggerezza e anche una diversa propagazione delle vibrazioni. In poche parole la bici è più “elastica” dove serve.
Cambio di passo
Un cambio di passo nel vero senso della parola per la Giant Revolt è dato dal Flip Chip. In pratica si ha la possibilità di spostare di circa un centimetro (1,026 per la precisione, che diventano 1,036 per le misure maggiori), la ruota posteriore sul forcellino.
L’alloggio del foro del perno passante è posizionato su una “piastrina concentrica”. Montandola in un verso o nell’altro si varia la posizione della ruota posteriore nel carro e di conseguenza la lunghezza del passo, dell’interasse.
Variare il passo significa quasi avere due bici diverse, proprio per il comportamento della stessa che ne consegue. Passo corto quando si affrontano gare o percorsi scorrevoli, passo più lungo per quelli più accidentati. Tra l’altro in questo caso è possibile montare anche coperture più larghe. In posizione corta al massimo la sezione è di 42 millimetri, in posizione lunga di 53 millimetri.