| 18 Giugno 2025

L’isola che non c’è, i mille colori del BAM! e l’appuntamento al 2026

Negli ultimi giorni abbiamo parlato diverse volte del BAM! Abbiamo raccontato del viaggio (nostro e di Bergamont) per arrivarci e di alcuni incontri a cui abbiamo assistito. Il Bicycle Adventure Meeting però è stato anche molto altro. Sono stati tre giorni in cui migliaia di persone si sono ritrovate tutte assieme per condividere una passione comune. E’ stata la distesa di tende piantate nel parco, che viste dall’alto dovevano sembrare tanti coriandoli colorati sparsi in un prato. Sono stati la vita al villaggio, i concerti della sera, le chiacchierate tra amici vecchi e, soprattutto, nuovi. 

Di seguito proviamo a raccontare un po’ delle cose viste tra il 6 e l’8 giugno scorso nel magnifico spazio di Villa Contarini a Piazzola sul Brenta. Per tutte le altre l’unico consiglio possibile è quello di andarci in prima persona l’anno prossimo. 

La piazza dell’isola che non c’è 

Dunque allora, abbiamo già detto che il BAM! si è tenuto nel parco di Villa Contarini, un’imponente villa palladiana costruita a metà del ‘500. Il parco è grande di 45 ettari con all’interno viali alberati, un lago dove se la godono anatre e cormorani, canali, scalinate di pietra e passaggi seminascosti tra la vegetazione. Una specie di isola che non c’è. Il villaggio principale, quello con gli stand degli espositori e il palco per i concerti, è stato allestito in una grande radura all’inizio del parco. La piazza dell’isola che non c’è.

E dal momento che il BAM! è davvero una specie di patria universale dei cicloviaggiatori, camminando per la piazza capita spesso di reincontrare qualche amico conosciuto magari anni prima durante una pedalata chissà dove. Ci si sente chiamare all’improvviso, ci si riconosce e ci si abbraccia. E allora si va a bere una birra assieme, di solito raccontandosi dei viaggi fatti e progettandone degli altri. 

Tra libri e bici eterne

Nella piazza ci sono sparsi anche gli stand degli espositori, come i negozi del paese. Tra le molte cose interessanti ne segnaliamo alcune. Il gazebo di Ediciclo, l’editore veneto che ha pubblicato alcuni dei più bei libri sulla bicicletta. Tra tutti quelli adagiati sul banchetto ci ha felicemente colpito vedere ancora in circolazione L’anarchico delle due ruote”, il racconto dell’incredibile vita di Luigi Masetti, il primo cicloviaggiatore italiano. Starsene distesi sotto l’ombra di uno dei platani monumentali del parco della villa a leggere del viaggio fatto da Masetti nel 1893 da Milano a Chicago, può essere un buon riassunto di una certa idea di felicità

E poi, certo, tanti stand di produttori di bici ed accessori. Tra i molti quello di Cicli Barco, un’azienda artigianale proprio di Piazzola, che produce biciclette in acciaio, leggere ed elegantissime. In esposizione ne hanno quattro – tre gravel e una da strada – tutte montate con l’iradiddio dei componenti disponibili nell’universo ciclistico. Il carbonio è certamente più performante se si vogliono contare i watt e difficilmente vedremo di nuovo vincere una gara di un certo livello con una bici in acciaio. Ma se si dovesse scegliere solo una bici nella vita, per pedalare in tutte le strade del mondo, chi scrive ha pochi dubbi: vorrebbe una bici fatta esattamente così. 

Musica e lucciole 

Al centro della piazza, come già accennato, c’era il palco. La sera del venerdì si è esibito il collettivo Orkestrada Circus, che accompagna il BAM! da molti anni. Il sabato invece è stata la volta del rock balcanico dei Balkan Bazar, ottoni, violino e fisarmonica. Entrambe le sere il popolo dell’isola che non c’è si è riunito lì sotto, ha cantato, ha ballato, come un rito per ritrovarsi – dopo i mille stimoli offerti durante il giorno – tutti assieme e tutti vicini. 

Qui c’è un piccolo aspetto (forse non poi così tanto piccolo) da sottolineare. Il venerdì sul palco gli Orkestrada hanno sventolato la bandiera palestinese, il sabato l’ultima canzone intonata dai Balkan Bazar è stata “Bella Ciao”. Il tutto come fosse la cosa più naturale del mondo. Forse perché i cicloviaggiatori formano una specie di internazionale della bicicletta, per cui i confini sono belli solo se si possono superare e le diversità dei popoli sono delle ricchezze da esplorare e non delle corazze di cui aver paura. 

Dopo i concerti la piazza un po’ alla volta si svuotava. La maggior parte delle persone andava in tenda, qualcun altro invece rimaneva a far tardi (a volte tardissimo) a chiacchierare sottovoce in mezzo alle lucciole che, spenta la musica, sono arrivate a popolare il parco. Raccontano le cronache che gli ultimi, sabato sera, sono andati a letto quando le lucciole hanno lasciato spazio all’alba. Come volessero godersi fino alla fine l’ultima notte di quell’isola che non c’è. 

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