| 27 Giugno 2025

Dieta vegana: beneficio o svantaggio? L’esperienza di Hansen

Dopo aver esplorato nell’articolo di inizio settimana le diverse sfumature delle diete a ridotto contenuto di proteine animali, sorge spontanea una domanda: è davvero possibile per uno sportivo, e ancor più per un atleta d’élite, seguire una dieta completamente vegetale senza compromettere la propria performance e il proprio benessere? Per rispondere, abbiamo intervistato Adam Hansen, ex ciclista professionista e detentore del record di partecipazioni consecutive ai grandi Giri (Giro, Tour e Vuelta), tutti conclusi regolarmente.

Hansen ha condiviso con noi il suo percorso verso una dieta vegana, vissuto non come scelta ideologica, ma come strumento per ottimizzare le prestazioni sportive.

L’australiano Adam Hansen è stato pro’ dal 2003 al 2023, vanta ben 29 partecipazioni ai grandi Giri tra Giro, Tour e Vuelta
L’australiano Adam Hansen è stato pro’ dal 2003 al 2023, vanta ben 29 partecipazioni ai grandi Giri tra Giro, Tour e Vuelta

La storia di Hansen

«Diventare vegano non era il mio obiettivo iniziale» racconta Hansen. «Volevo semplicemente migliorare le analisi del sangue, convinto che un sangue in condizioni ottimali mi avrebbe permesso di ottenere il massimo anche in gara. Così ho iniziato a studiare, includendo ed escludendo alcuni alimenti, finché un giorno mi sono accorto che la mia dieta era diventata vegana».

La prima spinta al cambiamento, in realtà, risale a quando aveva 17 anni. «Frequentavo una ragazza vegana che mi convinse a smettere di consumare latticini. In seguito ne sono diventato intollerante e, riflettendoci, non riuscivo a trovare un motivo per cui dovremmo bere proprio il latte di mucca e non di un altro animale. Credo sia una cosa culturale: altrimenti, perché troverei l’idea di bere latte di gatto disgustosa?».

Durante gli anni da professionista, Hansen aveva già escluso i latticini, pur continuando a consumare salmone, occasionalmente anatra e molte uova. E’ intorno ai 33-34 anni che la sua alimentazione si è orientata in modo definitivo verso il veganismo. Un passaggio, spiega, tutt’altro che complicato.

«La transizione – dice Hansen – è stata facile, perché i latticini erano già fuori dalla mia dieta. Ho solo eliminato carne e uova, anche se questa è stata la parte più difficile. Nessuno mi ha realmente aiutato: molti nutrizionisti tendono a essere di parte, così ho preferito studiare e monitorare i parametri del mio sangue, adattando la dieta per migliorare i valori uno alla volta. Gli ultimi alimenti che ho eliminato sono stati i frutti di mare e i bastoncini di granchio, perché continuavo ad avere valori ematici di mercurio troppo alti».

Gli amminoacidi BCAA sono stati fondamentale per Hansen, soprattutto ai fini del recupero
Gli amminoacidi BCAA sono stati fondamentale per Hansen, soprattutto ai fini del recupero

L’atleta e le proteine

Anche nei periodi più intensi della sua carriera, Hansen non ha mai aumentato in modo rilevante l’apporto proteico. «Avevamo uno sponsor di nutrizione che ci forniva integratori di proteine vegetali da piselli, riso e soia, scientificamente bilanciati. Dopo l’allenamento o la gara assumevo carboidrati per stimolare l’insulina e poi, 30-40 minuti più tardi, prendevo le proteine. Nella mia dieta quotidiana c’erano sempre insalate miste molto ricche, con una grande varietà di verdure, semi e legumi. Così non ho mai avuto carenze».

In trasferta o durante i Giri, la gestione della dieta vegana può sembrare difficile, ma non per Adam: «Credo molto nei benefici del digiuno, quindi durante i viaggi o nei giorni di riposo digiunavo. Questo stimola l’ormone della crescita, utile anche negli allenamenti di forza, e mi aiutava a rimanere magro, cosa vantaggiosa nel ciclismo. Non ho mai vissuto il viaggiare da vegano come una difficoltà».

Anche sull’uso degli integratori, la sua esperienza è piuttosto atipica: «Sono sempre stato molto incostante. Non ho preso vitamina B12 quando correvo, né tanto meno oggi, ma non ho mai avuto carenze. Anche se so che non va bene, ero convinto che le patate dolci che mangiavo con la pelle e le verdure, sciacquandole velocemente sotto l’acqua ma senza lavarle propriamente, fossero sufficienti, perché la vitamina B12 è nel suolo. L’unico integratore davvero utile per me sono stati gli amminoacidi BCAA, fondamentali per il recupero muscolare».

Per questioni igieniche e nutrizionali è sempre importante lavare bene frutta e verdura
Per questioni igieniche e nutrizionali è sempre importante lavare bene frutta e verdura

Alcune precisazioni

Tuttavia, è necessario fare un paio di considerazioni. Considerazioni che fa la stessa autrice dell’articolo, Rosella Ratto, biologa. Prima di tutto, verificare la provenienza delle verdure è essenziale per capire se sia possibile consumare anche la buccia o la pelle dei vegetali. L’origine biologica, senza residui di fertilizzanti e altri contaminanti, è senz’altro consigliabile. Un altro punto importantissimo è la sicurezza alimentare dal punto di vista igienico: frutta e verdura vanno sempre lavate bene per evitare contaminazioni alimentari, infezioni batteriche e intossicazioni da metalli pesanti. Terzo punto, e non per importanza, è che una dieta salutare, varia e a base di vegetali rafforza il microbiota intestinale, aumentandone la biodiversità di specie batteriche. Questi microorganismi che vivono nel nostro intestino svolgono importantissime funzioni per il benessere, tra cui l’assorbimento e la sintesi di alcune vitamine.

Il fatto che Adam non abbia la necessità di integrare può essere quindi legato a un’ottima flora batterica, ma se state seguendo una dieta vegana, o volete intraprenderla, rivolgetevi a un professionista della nutrizione che vi possa aiutare nella valutazione del vostro fabbisogno e nel bilanciamento della dieta.

Quanto ai rifornimenti durante gli allenamenti, Adam è categorico: «Non capisco perché molti credano sia un problema. Oggi i ciclisti assumono circa 120 grammi di carboidrati all’ora e tutti i prodotti tecnici usati durante l’attività sportiva sono vegani. Se non lo sono, non sono di qualità. Io sono stato tra i primi a usare molti gel durante le gare. I grassi e le proteine non servono durante lo sforzo: serve energia rapida, e quella arriva dai carboidrati, che sono sempre vegani».

Altro che senza muscoli: alcuni dei più grandi altelti, tra questi anche l’immenso Carl Lewis, era vegano (foto World Athletics)
Altro che senza muscoli: alcuni dei più grandi altelti, tra questi anche l’immenso Carl Lewis, era vegano (foto World Athletics)

Prestazioni al top

Anche la colazione pre-allenamento non è un problema per chi è vegano, rientrando nella logica dell’efficienza: «La colazione perfetta è quella che fanno tutti gli atleti: ricca di carboidrati, come nel caso del porridge di avena. Le proteine e i grassi rallentano la digestione e l’assorbimento degli zuccheri. Il mio consiglio è per tutti di consumare un pasto vegano prima di allenarsi, evitando alimenti come uova, prosciutto o formaggio».

Rivalutando la sua scelta alimentare, Adam non ha rimpianti particolari. «Non mi manca nessun alimento, ci sono alternative valide per tutto. L’unica cosa che potrei dire è che mangiare vegano significa dedicare più tempo alla cucina, preparare cibi freschi e limitare il ricorso a prodotti processati, spesso offerti anche nei ristoranti».

A chi ancora dubita che una dieta vegana possa sostenere le prestazioni di uno sportivo, Hansen risponde senza esitazioni: «È una delle affermazioni più stupide che abbia mai sentito. C’è questa idea sbagliata che i vegani siano tutti magri e senza muscoli. Ma dobbiamo chiarire che la cosa che migliora maggiormente la performance sono i carboidrati, ovvero la benzina preferita dal nostro corpo. La carne non è energia. Per il recupero bastano proteine in polvere, che tra l’altro sono più facili da digerire. Inoltre, un consumo eccessivo di carne può aumentare il rischio di cancro. Quindi non capisco davvero perché si dovrebbe credere che si perde forza in bici: seguendo una dieta vegana, i carboidrati non mancano mai».

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