| 20 Agosto 2024

Ciclovia dell’Amicizia, parola a chi l’ha percorsa

Un viaggio affidandosi ai propri sensi, alle proprie energie, non solo fisiche, scoprendo quel che c’è intorno e sapendo di più anche di se stessi. La Ciclovia dell’Amicizia nasconde dietro il proprio nome una delle più importanti arterie ciclabili d’Europa, il percorso che da Monaco di Baviera arriva fino a Venezia riprendendo un itinerario che di fatto ha sempre caratterizzato i commerci del Vecchio Continente fin dall’antichità.

La diga di Pieve di Cadore, costruita nell’immediato dopoguerra, è di passaggio sulla ciclovia
La diga di Pieve di Cadore, costruita nell’immediato dopoguerra, è di passaggio sulla ciclovia

6 giorni di viaggio, tappe da 80 chilometri

Tra le migliaia di cicloturisti che ogni anno affrontano il suo percorso si sono stati anche Federico Bassetto, 38enne di Conegliano e Michele Carniel, 44 anni da Vittorio Veneto, amici di lunga data che hanno deciso di percorrere il tracciato in senso inverso, andando verso la Germania pedalando per 550 chilometri: «Abbiamo impiegato 6 giorni – racconta Bassetto – sfruttando parte delle nostre ferie. Pedalavamo 80 chilometri al giorno, ma bisogna considerare che si tratta di un percorso talmente bello che ogni giorno c’erano mille occasioni per fermarsi, per guardare. E’ un viaggio che va affrontato con questo spirito, senza guardare l’orologio, assaporando la libertà di essere senza i vincoli del tempo».

«L’idea di base era uscire proprio da casa e pedalare – interviene Carniel – siamo partiti dal quartiere vittoriese di Meschio caricando le nostre bici. Volevamo ripercorrere quel tracciato che tante volte abbiamo visto essere affrontato in senso contrario con tanti turisti che affollavano le nostre strade. E’ un percorso che va gustato, considerando che ogni giorno ci sono in media 800 metri di dislivello. Non è difficile anche perché per la gran parte si pedala senza traffico, attraverso piste ciclabili o strade a bassissimo scorrimento e questo è un indubbio vantaggio».

Il Lago di Cimabanche, uno die luoghi più caratteristici nella porzione italica del percorso
Il Lago di Cimabanche, uno die luoghi più caratteristici nella porzione italica del percorso

Ha vinto l’Oscar nel 2017

«E’ importante scegliere bene il periodo – avverte Bassetto – farlo nei mesi più caldi non è consigliabile. Anche se si passa in certi punti su quote alte il caldo si sente sempre. Primavera è il periodo ideale, ma anche l’autunno, chiaramente cambiano i colori, ma anche questa è un’attrattiva del percorso».

La Ciclovia dell’Amicizia è molto apprezzata nel Nord Europa ma anche in Italia ha un grande seguito, soprattutto dopo che nel 2017 vinse l’Oscar del Cicloturismo, cosa che ha contribuito a diffonderla come meta di un viaggio su due ruote. Proprio quello che Bassetto e Carniel hanno fatto: «E’ un percorso molto ricco di servizi – afferma il primo – innanzitutto è pressoché impossibile sbagliare strada anche senza utilizzare particolari app, perché la segnaletica è continua e precisa. Dal Trentino in poi ci sono molti luoghi dove rifocillarsi, ma anche segnali di comodi ostelli deviando per appena un paio di chilometri. La comodità è che in questi posti sono in funzione anche lavatrici e asciugatrici, così ti puoi cambiare e avere panni sempre puliti».

Si percorrono vecchie ferrovie

«Altrimenti ci sono anche buoni Bed & Breakfast – ribatte Carniel – e questo prosegue fino all’approdo in Baviera. Come tappe indicative si possono seguire quelle che vengono fornite da tutte le agenzie turistiche: la prima va da Mestre a Conegliano, noi però siamo partiti da qui per raggiungere il lago di Pieve di Cadore che merita una sosta per la sua bellezza paesaggistica. Poi si va verso Cortina e Dobbiaco passando per la vecchia ferrovia che una volta ospitava anche un’importante corsa di mtb e che è il tracciato della famosa prova di sci di fondo. Si va attraverso gole in mezzo alla montagna che sono fantastiche e senza faticare troppo. Si può fare sosta a Dobbiaco stessa o tirare avanti verso Villabassa, sede della Dolomiti Superbike di cui il tracciato ripete parte del suo sviluppo.

«Si costeggia la ferrovia verso Brunico, dove è d’obbligo un giro per la città vecchia con i suoi negozietti e Rio Pusteria. Poi si entra in Austria e lì consigliamo un giro per Innsbruck, per la sua parte storica senza dimenticare il Museo Swarovski. Entrando in Germania si rimane colpiti dai paesaggi regalati dal Lago Achensee, che arriva dopo una salita e ci puoi anche fare il bagno, pedalando poi per il suo perimetro trovando vari locali caratteristici. La Germania ha un che di rurale, fino poi ad arrivare a Monaco e c’è tanto da vedere, l’approdo ideale del viaggio».

A Monaco il termine del viaggio, ma per la maggior parte è la sede di partenza per venire in Italia
A Monaco il termine del viaggio, ma per la maggior parte è la sede di partenza per venire in Italia

Consigliabile una gravel

Considerando il tipo di percorso e anche il bagaglio da portarsi apprezzo, che tipo di bici è consigliabile? «La scelta è abbastanza varia – sottolinea Bassetto – se si sceglie una bici da strada bisogna montare ruote da 30”, ma io credo che meglio di tutte sia la gravel anche perché molti fondi sono dissestati e quindi è il miglior compromesso. Quando l’abbiamo affrontata noi, abbiamo però visto anche un enorme numero di cicloturisti che hanno scelto di affrontare il viaggio con l’e-bike, per poterselo godere meglio e faticare meno, dedicando più energie alle visite e alle soste. Questione di punti di vista».